Adoro tutti i mezzi e le dinamiche in cui i contenuti, col passare del tempo, non invecchiano ma sedimentano. Come ci si può impegnare per una storia che sparisce dopo 24 ore o per un post destinato all’oblio in meno di una settimana? E così diventa un circolo vizioso.
Per questo amo le newsletter - e amo anche YouTube, perché pur essendo soggetto ai capricci dell’algoritmo, un video ben fatto dopo 1-2-tot anni vive di vita propria e probabilmente anche più florida rispetto agli esordi.
Torniamo a concentrarci sui contenuti destinati a rimanere, per quanto possibile nell’ecosistema digitale.
In un mondo dominato dallo scroll, leggere e scrivere restano atti di resistenza.
La lettura lenta, quella che richiede attenzione e tempo, è oggi un gesto quasi sovversivo. E la scrittura – quella che si prende la briga di costruire un pensiero e non solo un contenuto – lo è ancora di più.
Condivido in pieno questa riflessione: le newsletter sono spazi che proteggono il pensiero dalla bulimia informativa e dall’economia dell’attenzione. Personalmente, ho trovato nella lettura e nella scrittura due strumenti per rallentare il tempo e dare forma a riflessioni che i social, spesso, non riescono nemmeno a ospitare. La newsletter, come dici bene, non è nostalgia. È una forma contemporanea di cura. Un giardino, certo, ma anche una palestra mentale.
E forse il punto è proprio questo: non si tratta solo di “contenuto”, ma di contenere qualcosa. Un’idea, un’intenzione, una voce. In un'epoca in cui tutto sembra dover essere immediato, leggere diventa una forma di esercizio del dubbio. E scrivere, una forma di fiducia: che da qualche parte, qualcuno leggerà davvero.
Adoro tutti i mezzi e le dinamiche in cui i contenuti, col passare del tempo, non invecchiano ma sedimentano. Come ci si può impegnare per una storia che sparisce dopo 24 ore o per un post destinato all’oblio in meno di una settimana? E così diventa un circolo vizioso.
Per questo amo le newsletter - e amo anche YouTube, perché pur essendo soggetto ai capricci dell’algoritmo, un video ben fatto dopo 1-2-tot anni vive di vita propria e probabilmente anche più florida rispetto agli esordi.
Torniamo a concentrarci sui contenuti destinati a rimanere, per quanto possibile nell’ecosistema digitale.
In un mondo dominato dallo scroll, leggere e scrivere restano atti di resistenza.
La lettura lenta, quella che richiede attenzione e tempo, è oggi un gesto quasi sovversivo. E la scrittura – quella che si prende la briga di costruire un pensiero e non solo un contenuto – lo è ancora di più.
Condivido in pieno questa riflessione: le newsletter sono spazi che proteggono il pensiero dalla bulimia informativa e dall’economia dell’attenzione. Personalmente, ho trovato nella lettura e nella scrittura due strumenti per rallentare il tempo e dare forma a riflessioni che i social, spesso, non riescono nemmeno a ospitare. La newsletter, come dici bene, non è nostalgia. È una forma contemporanea di cura. Un giardino, certo, ma anche una palestra mentale.
E forse il punto è proprio questo: non si tratta solo di “contenuto”, ma di contenere qualcosa. Un’idea, un’intenzione, una voce. In un'epoca in cui tutto sembra dover essere immediato, leggere diventa una forma di esercizio del dubbio. E scrivere, una forma di fiducia: che da qualche parte, qualcuno leggerà davvero.
Grazie per averlo detto così bene.