Rieccoci!
Il tempo ĆØ sempre meno, ma non la voglia di pubblicare questa newsletter. Spero apprezzerai lāimpegno ā¤ļøā (P.s.: cāĆØ anche la versione podcast fatta con NotebookLM. Carina! Almeno non senti il mio pessimo accento sardo).
Lāedizione di oggi ĆØ sponsorizzata da Gift Campaign, che ti può supportare nella creazione di bellissimi gadget aziendali personalizzati.
Sai che puoi ancora partecipare al programma referral? Una volta condiviso il link personale (che trovi qui) e se i tuoi amici e colleghi si iscriveranno, riceverai un grazioso omaggio, in base a quanti di loro hai invitato.
Se invece la newsletter ti ha stancato, puoi cancellare lāiscrizione cliccando qui. Ć stato comunque un piacere averti qui con me.
SPONSOR
Regali aziendali? Ora cāĆØ un modo più semplice (e veloce): si chiama Gift Campaign. Dal 2014 semplifica la vita a chi servono gadget personalizzati per eventi, fiere o campagne pubblicitarie. Catalogo vasto, prezzi onesti, servizio clienti immediato e possibilitĆ di effettuare ordini anche in piccole quantitĆ . Attivi in Italia dal 2018, parlano la tua lingua e spediscono in tempi rapidi.
Scrolliamo, diamo unāocchiata, passiamo oltre. Se ti ci ritrovi ĆØ tutto normale, non sentirti in colpa. Gli algoritmi ci nutrono a getto continuo senza sfamarci realmente, ed il contenuto si misura in millesimi di secondo di retention. Ecco che quindi, scrivere una newsletter (o un blog, Ƨa va sans dire) non ĆØ del tutto anacronistico, ma più un vero e proprio atto di resistenza culturale.
Abbiamo visto come la fastfoodification del content sia ormai parte integrante della nostra quotidianità e, a ben vedere, non è nemmeno una scelta innocua. Più contenuti consumiamo, più impressioni (e dati) generiamo. Ma uno degli effetti nefasti di tale indigestione è che siamo sempre più distratti. E più siamo distratti, meno siamo capaci di approfondire, di contestualizzare. La brevità (quella estrema) svuota quasi ogni significato, appiattisce le sfumature, uccide le complessità . Certo, non tutti sono più in grado di concentrarsi per 10, 15 minuti o leggere muri di testo, talvolta ermetici. Ma quello che prima era una conseguenza, ora è anche un punto di partenza.
Qualche episodio fa descrissi il mondo delle newsletter come un giardino a cui vi si accede per fuggire dal caos dei social. Ma ci sono un altro paio di motivi per i quali credo che siano, a mio modestissimo avviso, come uno strumento da salvaguardare e proteggere a tutti i costi. Anche nel 2025.
La fuga dalla superficialitĆ .
Un testo lungo costringe lāautore (ma anche il lettore) ad affrontare le complessitĆ . Richiede di costruire un argomento passo dopo passo, di esplorare nuovi pensieri. Non ĆØ facile, ma personalmente lo ritengo molto più educativo rispetto ad altre forme di fruizione.
Resistenza agli algoritmi.
Le newsletter vivono, di solito, al di fuori delle piattaforme dominate dagli algoritmi e la distribuzione ĆØ quasi sempre diretta. Dico quasi perchĆ© Substack sta provando a cambiare le carte in tavola: su 1000 iscritti, magari solo 800 riceveranno le nostre email, perchĆ© una parte di essi avrĆ optato per le notifiche via app ma, in ogni caso, il successo di una pubblicazione si misura ancora con metriche differenti, che guardano più alla qualitĆ del consumo che alle quantitĆ . Nel nostro circolino di autori ci confortiamo lāun lāaltro dicendo che 1000 lettori attenti sono meglio di 10000 follower distratti, perchĆ© si instaura un rapporto più umano tra creator ed utente, non mediato da macchine che ottimizzano per l'engagement, piuttosto che per le relazioni. SarĆ vero? Sinceramente non lo so, ma mi piace pensarla cosƬ.
Una newsletter ĆØ una maratona, non una gara sprint.
Scrivere una newsletter richiede tempo. Ma anche leggerne una (alcune delle mie email vengono aperte anche 1 o 2 settimane dopo lāinvio). Questo tempo apparentemente rubato al ritmo frenetico del web ĆØ un atto di sacrilegio produttivo, ma ĆØ anche reclamare il diritto alla lentezza e alla digestione delle idee. Non tutto deve essere necessariamente consumato hic et nunc.
Se i social sono stadium rock, le newsletter sono soft jazz.
Nel rumore dei social, dove tutti urlano più forte per farsi notare, una newsletter opera spesso per sottrazione. Non deve per forza stupire nei primi 2 secondi di vita per sopravvivere allo scroll. Si guadagna lāattenzione con la qualitĆ crescente, la coerenza delle argomentazioni, il tono di voce degli autori. Ć un discorso sussurrato in un club mentre il pianista suona soft jazz, non un concerto dove si fa a gara a chi fa lāassolo più rumoroso.
š I tuoi regali di ringraziamento di aver condiviso LetMeTellIt:
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Antidoto alla commoditizzazione del contenuto.
Se da un lato tutto ĆØ ridotto ad un content che deve essere il più fruibile possibile, dallāaltro la newsletter afferma il valore del pensiero più articolato e della scrittura.
Data di scadenza.
I contenuti brevi e virali evaporano in fretta. Una newsletter ben fatta diventa una risorsa ed un punto di riferimento sulla quale tornare e ritornare più volte nel corso del tempo.
Come vedi, una newsletter ĆØ un impegno tuttāaltro che semplice da sostenere, anche sul piano economico. Di certo non lo si fa per rincorrere la fama o il guadagno. Su questo tema, cāĆØ un bel post di
che, pur parlando più in generale di scrittura, offre spunti che fanno pensare.Ecco perché scrivere (ma anche leggere) una newsletter è un atto di resistenza. Una resistenza che non è un ritorno al passato ma un adattamento necessario per il futuro della conoscenza.
Il fatto che ci siano sempre più piattaforme dedicate alle newsletter (Substack, Ghost, Beehiiv, SteadyHQ) dimostrano che, nonostante tutto, cāĆØ ancora fame di profonditĆ . Anche in Italia.
Quindi gli autori indipendenti, gli esperti, i giornalisti stanno trovando in questo formato non solo una via di fuga dai media tradizionali in crisi o dalle piattaforme social, ma uno spazio dove far sentire una voce più autentica e libera. E sono sicuro di non essere lāunico a pensarla cosƬ.
Una guida concreta per ridurre lāuso del telefono senza mitizzare lāisolamento totale. Lāautore ha sperimentato diverse soluzioni, pratiche e meno pratiche (dal flip phone alle restrizioni parental su iPhone con PIN gestito da un amico) per creare barriere tra sĆ© e il bombardamento digitale. Quale ha funzionato?
Smettetela di vendermi qualcosa.
Mentre l'IA eccelle in ambienti ripetitivi e prevedibili (campo degli specialisti), i generalisti sfruttano l'IA per accelerare l'apprendimento in nuovi campi e affrontare sfide inedite. In questo deep dive, Dan Shipper cita l'esempio della Atene antica e il concetto di economia di allocazione, dove veniva premiato chi sapeva formulare le domande giuste, e non chi possedeva giĆ tutte le risposte.
Con lāAgentic Commerce il focus si sposta: non ĆØ più solo dove si acquista, ma chi effettua l'acquisto. Gli agenti IA, infatti, possono ora gestire l'intero processo, dalla ricerca del prodotto alla transazione finale, basandosi sulle preferenze e i vincoli dell'utente (ne avevo parlato marginalmente anche qui).
Fai un gioco: vai sulla pagina principale di Wikipedia e clicca a caso su una voce dellāenciclopedia. Poi, nella pagina che si apre, clicca sul primo link in blu che trovi nel testo principale. Se provi a fare questo per 5, 15, 30 o 50 volte vedrai che alla fine, quasi sempre, arriverai sulla stessa pagina: la Filosofia. Un gruppo di matematici ha fatto questo esperimento con milioni di pagine e ha scoperto che il 95% di queste portano a questo risultato.
Una guida (che più completa non si può) sulla professione del Social Media Manager. By
Un buon titolo deve essere chiaro, onesto, segnalare giĆ il tono di voce dellāautore ed avere come target il pubblico giusto. A volte vale la pena iniziare dal titolo e poi scrivere il pezzo. E senza un buon titolo, forse non vale nemmeno la pena scrivere tutto il resto.
Rei Inamoto esplora i 6 modelli creativi più utilizzati in pubblicitĆ . PerchĆ© un poā di ispirazione serve sempre.
Se cerchi unāalternativa open source ad un qualsiasi servizio online, probabilmente lo troverai su Open Alternative.
Questa invece è FMHY, la più grande collezione di contenuti, app e strumenti gratuiti disponibile online.
Content Drips ĆØ un poā come Canva, ma si concentra soprattutto sul supporto grafico per la creazione di contenuti social. Per esempio, ci sono bellissimi template per creare dei caroselli Instagram o Linkedin.
Meco ĆØ dove posso godermi le mie newsletter preferite fuori dalla casella email in tutta calma, leggendole in modo più pulito. E lāapp, sia per iOS e ora anche per Android, ĆØ fatta molto bene.
Adoro tutti i mezzi e le dinamiche in cui i contenuti, col passare del tempo, non invecchiano ma sedimentano. Come ci si può impegnare per una storia che sparisce dopo 24 ore o per un post destinato allāoblio in meno di una settimana? E cosƬ diventa un circolo vizioso.
Per questo amo le newsletter - e amo anche YouTube, perchĆ© pur essendo soggetto ai capricci dellāalgoritmo, un video ben fatto dopo 1-2-tot anni vive di vita propria e probabilmente anche più florida rispetto agli esordi.
Torniamo a concentrarci sui contenuti destinati a rimanere, per quanto possibile nellāecosistema digitale.
In un mondo dominato dallo scroll, leggere e scrivere restano atti di resistenza.
La lettura lenta, quella che richiede attenzione e tempo, ĆØ oggi un gesto quasi sovversivo. E la scrittura ā quella che si prende la briga di costruire un pensiero e non solo un contenuto ā lo ĆØ ancora di più.
Condivido in pieno questa riflessione: le newsletter sono spazi che proteggono il pensiero dalla bulimia informativa e dallāeconomia dellāattenzione. Personalmente, ho trovato nella lettura e nella scrittura due strumenti per rallentare il tempo e dare forma a riflessioni che i social, spesso, non riescono nemmeno a ospitare. La newsletter, come dici bene, non ĆØ nostalgia. Ć una forma contemporanea di cura. Un giardino, certo, ma anche una palestra mentale.
E forse il punto ĆØ proprio questo: non si tratta solo di ācontenutoā, ma di contenere qualcosa. Unāidea, unāintenzione, una voce. In un'epoca in cui tutto sembra dover essere immediato, leggere diventa una forma di esercizio del dubbio. E scrivere, una forma di fiducia: che da qualche parte, qualcuno leggerĆ davvero.
Grazie per averlo detto cosƬ bene.