Da un po’ soffia il vento di quelli che dicono “ChatGPT atrofizza il cervello”. A me sembra un falso problema.
Mi ricorda quando, negli anni ’80, qualche mente brillante — e non certo a corto di idee — immaginava l’uomo del futuro come un mostro con un solo occhio e un dito gigante, inchiodato a scrollare lo smartphone. Era un modo per metterci in guardia dai rischi della tecnologia, certo… ma oggi sappiamo che il punto non è mai stato la tecnologia in sé.
I contadini non usano più la zappa e il rastrello per preparare il terreno, e sì, magari si è perso un certo “saper fare” manuale. Ma nessuno tornerebbe indietro. Perché gli strumenti evolvono, e noi con loro.
L’intelligenza artificiale, se usata bene, è un booster: ti aiuta ad amplificare, sistematizzare, strutturare le tue idee. Ti libera dal tempo sprecato su compiti meccanici, così puoi concentrarti su ciò che davvero conta.
Il problema nasce solo quando si delega tutto, anche l’idea stessa. Allora sì, si rischia l’atrofia creativa. Ma diciamocelo: se non hai nulla da dire, il problema non è l’AI… è che non avevi granché da dire nemmeno prima.
La convinzione che l'uso smodato dell'IA atrofizzi il cervello è suffragata comunque da alcuni studi scientifici. Che poi ci sta, alla fine anch'esso è un muscolo che va allenato quotidianamente. Questo paper di Microsoft merita una lettura (tra l'altro da parte di un'entità che non ha pochi interessi in ballo, il che fa pensare): https://www.microsoft.com/en-us/research/wp-content/uploads/2025/01/lee_2025_ai_critical_thinking_survey.pdf
Ma come dici tu, tutto sta ad utilizzarla senza abusarne. Quindi va bene il boost, va bene il brainstorming come lo uso io, ma poi per il resto imponiamoci un limite.
In parte condivido il tuo pensiero in altri no. Se non altro perché io il contadino l'ho fatto per davvero per anni, quindi so come funziona quel mondo e non è del tutto corretto quello che hai portato come esempio.
La parte che condivido è il fatto che l'AI sicuramente è utile per molte cose, ma bisogna avere la capacità di individuare "dove" serve. A mio parere è utile in tutte quelle attività di basso livello (attività di routine lunghe ma poco complesse che ti fanno solo perdere tempo) ed in tutte le attività di alto livello di calcolo ed analisi (dove il farlo autonomamente ci metteresti, nuovamente, troppo tempo).
La questione è però che pochi ne fanno un uso di questo tipo, ma vanno invece ad usarla in "tutte" le attività senza distinzione, finendo per usare l'AI in attività dove è solo una perdita di tempo e perdita di praticità allo stesso tempo.
Portano il tuo esempio, è come se il contadino si mettesse ad usare la zappatrice meccaninca su un terreno di 20 m quadrati. Deve saperla zappare a "mano" altrimenti perde più tempo e gli costerebbe uno sproposito fare quella porzione con la macchina; senza considerare che se il terreno magari è in condizioni tali che non può essere zappato con la macchina, per conformazione o condizioni meteo, se non lo sai fare manualmente sei messo male.
(Forse non lo sai... ma la potatura delle vigne è fatta ancora a mano, con decine di lavoratori, per lo più extra comunitari, perché nessun giovane italiano sa praticamente più farlo, che passano 10 ore al giorno a potare migliaia di metri quadrati di terreni a vigneto).
E te lo dico io che ho usato l'AI per rispondere a tante mail semplici dove però, alla fine, il tempo che perdevo ad istruire l'AI per la risposta e l'integrazione con la mail alla quale rispondere, era lo stesso se non superiore a quello che avrei impiegato a rispondere io direttamente. E tu diresti "dove sta il problema"? Il problema è che "facendo io queste cose" avrei comunque imparato:
- a scrivere meglio le risposte
- a comprendere meglio qual è il problema e come spiegarlo
Senza poi parlare dei BOT che spopolano nelle Chat di assistenza, esempio lampante di come in quel contesto si sia ormai superato il limite, dove solo i manager che hanno deciso di integrarli sono convinti che sia utile a risolvere i casi di assistenza.
Un piccolo esempio, ma penso che possa dare un'idea.
Credo che chi usa fare tutto con l IA , con inesperienza e mancanza di cultura non potrà comunque risultare credibile per tanto, condivido però l'ottimo spunto della zappatrice meccanica in 20Mq... dovremmo cercare tutti di sforzarci nel pensare in questi termini specialmente in momenti di grande transizione tecnologica come questi.
Per utilizzare in questo modo l'I.A. devi pensare in questo modo e se non ne hai gli strumenti già sei sulla buona strada per far atrofizzare il cervello.
Hai ragione, Stella. Pensare è l’attività più difficile che ci sia, ma – per fortuna – è ancora una delle più gratificanti.
Il problema nasce quando, al pensiero, all' entusiasmo alle idee, fa da contraltare una pigrizia diffusa e una scarsa voglia di capire davvero come funzionano le tecnologie.
Questa apatia tecnologica, questo appiattimento generalizzato – dovuto, secondo me, anche al momento storico – è sempre un male. Soprattutto se prende piede tra le nuove generazioni.
Tuttavia siamo coscienti che la risorsa più importante della nostra epoca è il tempo e non possiamo imparare tutto perchè non siamo in grado di approfondire ogni argomento per cui si arriva all'estremo opposto, meglio usare un I.A. per avere un idea piuttosto che faticare per approfondire senza giungere ad una conclusione.
Molte delle notizie che riporta Antonio le ho lette, ma lui ha la capacità di approfondirle, legarle tra di loro e quindi estrarne un valore che trascende il fatto.
Purtroppo questo è uno dei limiti che si trovano ad affrontare gli esseri umani e non riusciremo a superarlo nel breve termine.
Da un po’ soffia il vento di quelli che dicono “ChatGPT atrofizza il cervello”. A me sembra un falso problema.
Mi ricorda quando, negli anni ’80, qualche mente brillante — e non certo a corto di idee — immaginava l’uomo del futuro come un mostro con un solo occhio e un dito gigante, inchiodato a scrollare lo smartphone. Era un modo per metterci in guardia dai rischi della tecnologia, certo… ma oggi sappiamo che il punto non è mai stato la tecnologia in sé.
I contadini non usano più la zappa e il rastrello per preparare il terreno, e sì, magari si è perso un certo “saper fare” manuale. Ma nessuno tornerebbe indietro. Perché gli strumenti evolvono, e noi con loro.
L’intelligenza artificiale, se usata bene, è un booster: ti aiuta ad amplificare, sistematizzare, strutturare le tue idee. Ti libera dal tempo sprecato su compiti meccanici, così puoi concentrarti su ciò che davvero conta.
Il problema nasce solo quando si delega tutto, anche l’idea stessa. Allora sì, si rischia l’atrofia creativa. Ma diciamocelo: se non hai nulla da dire, il problema non è l’AI… è che non avevi granché da dire nemmeno prima.
La convinzione che l'uso smodato dell'IA atrofizzi il cervello è suffragata comunque da alcuni studi scientifici. Che poi ci sta, alla fine anch'esso è un muscolo che va allenato quotidianamente. Questo paper di Microsoft merita una lettura (tra l'altro da parte di un'entità che non ha pochi interessi in ballo, il che fa pensare): https://www.microsoft.com/en-us/research/wp-content/uploads/2025/01/lee_2025_ai_critical_thinking_survey.pdf
Ma come dici tu, tutto sta ad utilizzarla senza abusarne. Quindi va bene il boost, va bene il brainstorming come lo uso io, ma poi per il resto imponiamoci un limite.
In parte condivido il tuo pensiero in altri no. Se non altro perché io il contadino l'ho fatto per davvero per anni, quindi so come funziona quel mondo e non è del tutto corretto quello che hai portato come esempio.
La parte che condivido è il fatto che l'AI sicuramente è utile per molte cose, ma bisogna avere la capacità di individuare "dove" serve. A mio parere è utile in tutte quelle attività di basso livello (attività di routine lunghe ma poco complesse che ti fanno solo perdere tempo) ed in tutte le attività di alto livello di calcolo ed analisi (dove il farlo autonomamente ci metteresti, nuovamente, troppo tempo).
La questione è però che pochi ne fanno un uso di questo tipo, ma vanno invece ad usarla in "tutte" le attività senza distinzione, finendo per usare l'AI in attività dove è solo una perdita di tempo e perdita di praticità allo stesso tempo.
Portano il tuo esempio, è come se il contadino si mettesse ad usare la zappatrice meccaninca su un terreno di 20 m quadrati. Deve saperla zappare a "mano" altrimenti perde più tempo e gli costerebbe uno sproposito fare quella porzione con la macchina; senza considerare che se il terreno magari è in condizioni tali che non può essere zappato con la macchina, per conformazione o condizioni meteo, se non lo sai fare manualmente sei messo male.
(Forse non lo sai... ma la potatura delle vigne è fatta ancora a mano, con decine di lavoratori, per lo più extra comunitari, perché nessun giovane italiano sa praticamente più farlo, che passano 10 ore al giorno a potare migliaia di metri quadrati di terreni a vigneto).
E te lo dico io che ho usato l'AI per rispondere a tante mail semplici dove però, alla fine, il tempo che perdevo ad istruire l'AI per la risposta e l'integrazione con la mail alla quale rispondere, era lo stesso se non superiore a quello che avrei impiegato a rispondere io direttamente. E tu diresti "dove sta il problema"? Il problema è che "facendo io queste cose" avrei comunque imparato:
- a scrivere meglio le risposte
- a comprendere meglio qual è il problema e come spiegarlo
Senza poi parlare dei BOT che spopolano nelle Chat di assistenza, esempio lampante di come in quel contesto si sia ormai superato il limite, dove solo i manager che hanno deciso di integrarli sono convinti che sia utile a risolvere i casi di assistenza.
Un piccolo esempio, ma penso che possa dare un'idea.
Credo che chi usa fare tutto con l IA , con inesperienza e mancanza di cultura non potrà comunque risultare credibile per tanto, condivido però l'ottimo spunto della zappatrice meccanica in 20Mq... dovremmo cercare tutti di sforzarci nel pensare in questi termini specialmente in momenti di grande transizione tecnologica come questi.
Condivido ma allo stesso tempo nutro forti dubbi.
Per utilizzare in questo modo l'I.A. devi pensare in questo modo e se non ne hai gli strumenti già sei sulla buona strada per far atrofizzare il cervello.
E pensare è l'attività più difficile che ci sia!!
Hai ragione, Stella. Pensare è l’attività più difficile che ci sia, ma – per fortuna – è ancora una delle più gratificanti.
Il problema nasce quando, al pensiero, all' entusiasmo alle idee, fa da contraltare una pigrizia diffusa e una scarsa voglia di capire davvero come funzionano le tecnologie.
Questa apatia tecnologica, questo appiattimento generalizzato – dovuto, secondo me, anche al momento storico – è sempre un male. Soprattutto se prende piede tra le nuove generazioni.
Condivido pienamente e sottoscrivo al 100%.
Tuttavia siamo coscienti che la risorsa più importante della nostra epoca è il tempo e non possiamo imparare tutto perchè non siamo in grado di approfondire ogni argomento per cui si arriva all'estremo opposto, meglio usare un I.A. per avere un idea piuttosto che faticare per approfondire senza giungere ad una conclusione.
Molte delle notizie che riporta Antonio le ho lette, ma lui ha la capacità di approfondirle, legarle tra di loro e quindi estrarne un valore che trascende il fatto.
Purtroppo questo è uno dei limiti che si trovano ad affrontare gli esseri umani e non riusciremo a superarlo nel breve termine.
Molto Rodari la connessione forzata. Adoro. Grazie mille, anche per il link al survey🙏
Ahaha vero!