[summer edition] Una newsletter per agricoltori da 20 milioni di dollari
Riches is in the niches
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Antonio
Nelle diverse newsletter americane che seguo - si, quelle che ti spiegano come ottenere 100k di iscritti in 6 mesi (oh, ci provo da un po’, ma proprio non mi riesce) - viene spesso indicato come uno degli autori di più grande successo tale Kevin Van Trump. Un nome che probabilmente non ti dirà nulla, ma che vale la pena conoscere, perché è un tizio che ha saputo costruire un vero e proprio impero nel settore dell’informazione di nicchia - e che nicchia - dimostrando nel suo caso che il detto “riches is in the niches” è quanto mai appropriato.
Van Trump, infatti, scrive una newsletter per agricoltori che genera oltre 20 milioni di dollari all'anno, ha creato FarmCon, evento per addetti ai lavori che richiama ogni anno migliaia di partecipanti, e ha plasmato il suo oceano blu, in un settore particolare e competitivo.
Contrariamente a quanto molti potrebbero pensare, gli agricoltori americani non sono lavoratori rozzi, dalle mani callose ed il cappello. Sono imprenditori intelligenti e molto, molto, molto benestanti. E Kevin è il loro leader spirituale, con merito.
Da quasi 20 anni, Van Trump scrive il The Van Trump Report, da solo e a manina, ogni singola notte, cascasse il mondo. Nessuna pubblicità, ma con un costo dell'abbonamento di circa 60 dollari al mese. Con 35.000 iscritti paganti, si stima che generi tra i 20 e i 30 milioni di dollari ogni anno. Mica male per un one man show, no?
La storia di Van Trump è un’ulteriore testimonianza del potere della comunicazione verticale one-to-many. In un'epoca in cui siamo sommersi da fin troppe informazioni - non sempre di qualità -, le newsletter offrono un modo per filtrare il rumore e fornire solo contenuti di valore a un pubblico ben definito. Scrivere per una community di nicchia può sembrare limitante, ma Kevin dimostra che c’è sempre richiesta per tutto ciò che è specifico e altamente informativo.
Giorgio Soffiato dice che la curatela del contenuto vale quanto la creazione di un buon contenuto, ed è qui che una newsletter offre il suo contributo più importante, soprattutto quando il curatore è anche un’autorità, nel suo campo.
In Italia, seppur con fatica, le newsletter autoriali di nicchia stanno cercando di farsi spazio. Tuttavia, ci sono alcune differenze significative rispetto agli Stati Uniti (ne parlavamo nel mastermind Telegram di Newsletterati giusto qualche giorno fa). In primo luogo, il mercato in Italia è ancora relativamente giovane e le newsletter tendono ad essere più generaliste, anche a causa di un pubblico più piccolo e meno segmentato. Certo, ci sono esempi virtuosi come
(che è anche un ottimo caso studio sulla monetizzazione della propria community), ma le differenze con i progetti oltreoceano sono imbarazzanti e forse il pubblico nostrano non è ancora pronto per un progetto come quello di Kevin.Una newsletter per gli agricoltori siciliani, i casari sardi o i viticoltori veneti? Forse è ancora presto, ma in futuro ne potrebbe valere ancora la pena.
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