Buon Venerdì!
Bentornati su LetMeTellIt, la newsletter che cerca, studia e passa al setaccio ogni settimana centinaia di notizie, articoli e newsletter, così da non farlo fare a te.
Se mi avessero detto, solo pochi anni fa, che ogni settimana quasi 6000 pazzi furiosi (cit.) avrebbero letto le mie contorte elucubrazioni, mi sarei fatto una grassa risata. Eppure siete qui, e vi dico grazie.
Se continuo a pubblicare (quasi) ogni venerdì è perché i vostri feedback e commenti mi fanno sentire bene, non certo i ritorni economici. A proposito, la newsletter di oggi è supportata da Salesforce, che ci fornisce una serie di dati imperdibili che ogni professionista del marketing dovrebbe conoscere (se vai di fretta lo trovi qui).
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A presto,
Antonio
Il mondo iperconnesso sarebbe dovuto essere un fattore chiave nella democratizzazione della cultura globale. Con l’assenza di intermediari, sarebbero dovuti emergere nuovi modi di pensare, di fare le cose e accesso a infiniti prodotti culturali.
Ma leggendo questo articolo vien da pensare ad una realtà profondamente diversa.
L’estrema abbondanza ha, in vero, appiattito e omogeneizzato la cultura, e la promessa di democratizzazione è rimasta in gran parte disattesa. Gli algoritmi ormai controllano i contenuti che girano in rete e sono in grado di generare abitudini di consumo a vantaggio della piattaforma o dell'inserzionista di turno.
Instagram prima e TikTok poi, da un lato hanno semplificato la creazione di contenuti, dall’altra hanno portato ad una prototipizzazione e schematizzazione di determinati standard creativi.
Digital abundance is a mixed blessing: exhilarating, yet flattening and homogenizing. Culture is converted into “content” that blurs together as it flows through the same conduits and across the same interfaces in an endless stream. As we struggle to keep abreast of the accelerating flow of content, drawn by the perpetual lure of the new, we come to know less and less about more and more.
Dalle pose ammiccanti di Instagram alle gag di TikTok, il filone narrativo sembra quasi sempre lo stesso, dove a cambiare sono solo gli scenari ed i protagonisti.
In passato, su questi schermi, avevo già ampiamente parlato di blanding o di moodboard indistinguibili: ecco, la mancanza di colore, è palese, sia figurata che letterale.
E volendo rimarcare il contenuto dell’articolo, per raggiungere la democratizzazione e la varietà culturale, andrebbe garantita sempre la trasparenza algoritmica, in modo che le preferenze non siano più determinate dalla piattaforma (o addirittura pilotate).
Il web è il nostro sistema operativo principale, e gli strumenti presenti al suo interno sono talmente avanzati da offrire tele infinite. Perché, invece, il succo del nostro lavoro diventa così standardizzato e prevedibile?
Riuscirà l’intelligenza artificiale a darci una spinta in più o contribuirà ulteriormente all’appiattimento generale?
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💡 Read | Learn
Perché tutti parlano di Temu, la nuova superapp di ecommerce proveniente dalla Cina.
Benedict Evans è uno dei migliori analisti nel campo delle nuove tecnologie, e la sua presentazione annuale sull'evoluzione del settore merita una lettura.
OpenAI rilascia le API per sviluppatori di ChatGPT e Whisper.
Barnes & Noble è una catena di librerie statunitense che, come molte altre, ha sofferto enormemente la rivoluzione digitale. Nata nel 1886, ha avuto il suo apice nel corso del XX secolo, ma è stata colta di sorpresa dall'arrivo del web non sapendo reagire prontamente. Dopo aver registrato perdite annuali per oltre 18 milioni di dollari e licenziato più di 1.800 lavoratori, a distanza di soli cinque anni, l’azienda centenaria si è prontamente risollevata e prevede di aprire fino a 30 nuovi negozi negli States quest'anno. Come è avvenuta questa sorprendente svolta? Ted Goia lo spiega nella sua splendida newsletter.
Quando si studia psicologia economica, raramente ci si concentra sul modo in cui le persone investono il proprio denaro e sugli errori che vengono commessi. Fortunatamente Morgan Housel dedica un post all’argomento, spiegando 13 dinamiche che influenzano il nostro comportamento con i soldi.
Tendiamo a pensare che i lavori che richiedono un alto livello di formazione saranno immuni dai progressi dell'intelligenza artificiale. Beh, non è proprio così.
A breve vedremo anche gli Spotify influencers (o spotifyers)?
Lo stato della divulgazione scientifica sui social network nell’intervista a Dario Bressanini da parte di Link.
Alice Orrù, nella sua
, ci racconta il progetto Correct The Internet, per un web migliore (grazie ai feedback).Chirs Guillebeau elenca 36 suggerimenti per rendere la propria vita migliore e diversa dal solito (se quella attuale non ti soddisfa pienamente, of course).
Una guida alle web analytics per niubbi.
Due post equamente interessanti e due punti di vista sugli influencer benefattori: quello di TechCrunch e quello di Vincenzo Marino nella sua
.Qualche tempo fa su Linkedin avevo espresso la mia previsione su due lavori che inaspettatamente potrebbero rischiare maggiormente con l'avvento dell'IA, ossia quelli dell'avvocato e del notaio. Anche secondo Wired potrebbero cambiare in modo radicale (ma non sparire).
Puntuale come le tasse ecco il Pinterest Predicts 2023, il report annuale che vanta più previsioni imbroccate (l’80%).
Momento nostalgia: 31 prodotti alimentari che non ci sono più e, con loro, le pubblicità che passavano in tv. E 14 pubblicità vintage che oggigiorno sarebbero bandite per direttissima.
Il report di Morning Consult mostra i brand più apprezzati dalla Gen Z: nelle prime 15 posizioni troviamo piattaforme di contenuti, retail, marchi alimentari e (incredibilmente) solo un marchio di moda.
Le piccole aziende certificate con il sigillo B Corp iniziano a indignarsi per l'apparente facilità con cui le multinazionali ottengono il marchio di sostenibilità. È tutto un grande greenwashing?
Ho scoperto che in Giappone esiste una scuola specializzata nella formazione di futuri professionisti dei videogiochi, e sta inaspettatamente attirando centinaia di ragazzi demotivati dalla didattica tradizionale.
⚒️ Tools
Omnivore
Un gestore di bookmark open source che fa tutto quello che fa Pocket e anche qualcosa in più, tipo archiviare newsletter e documenti in PDF. Ha app per smartphone, estensioni per i browser più diffusi e integrazioni con Zapier o Webhook. Insomma, come si dice in questi casi, un no-brainer.
InVideo
Funziona così: tu scrivi la tua idea e questa app, grazie all’IA, la trasforma in un video spettacolare. Al momento ci si può iscrivere alla lista d’attesa.
Graphy
Vuoi creare qualsiasi tipo di grafico, bello da vedere, in modo semplice e gratuito? Eccallà.
Knock
Se hai un team distribuito e vuoi ricreare un ambiente virtuale simile ad un ufficio dovresti provare questa app. Per ora è in beta ma offre molte features interessanti. Un use case per il Metaverso che, imho, funziona.