Buon venerdì!
Manca poco al WeMakeFuture Festival, che si terrà a Rimini dal 15 al 17 Giugno. Se sei da quelle parti il 15, allora non perderti il panel We Make Newsletters dove alcuni autori del network di Newsletterati porteranno la propria esperienza, i propri insight e la propria visione sul futuro delle Newsletter.
Purtroppo non potrò presenziare fisicamente, ma sarò lì con la mente e con lo spirito. Non mancate!
A presto,
Antonio
Martedì Apple ha presentato Vision Pro, la sua personale visione di spatial computing (ipse dixit) e, nonostante a Cupertino la parola Metaverso non sia mai stata pronunciata, potrebbe contribuire a far riprendere il settore attualmente in uno stato di forma - diciamo così - un po’ fiacco.
A un anno e mezzo dal cambio di nome di Facebook in Meta, l'entusiasmo nei confronti del Metaverso sembra essere precipitato ai minimi livelli. Nell'ottobre 202, Facebook Inc. cambiò nome per evidenziare il suo riposizionamento visionario e quell'annuncio avrebbe voluto essere l'inizio di un'epopea straordinaria. L'impulso iniziale sembra però essere scemato da diversi mesi, nonostante i miglioramenti del Quest 2 ed i continui investimenti. Tante notizie e poco positive per Zuckerberg, che però appare ancora determinato poiché sicuro della portata economica del suo progetto.
Probabilmente stiamo parlando di usi e tecnologie che hanno un orizzonte temporale troppo lungo per apprezzarne ora il pieno valore, ma la realtà è che il Metaverso non fa più sognare gli investitori e gli addetti ai lavori - forse non l’ha mai fatto - e anzi fa sorgere da più parti il dubbio che tutto questo clamore mediatico si sia basato solo su un gigantesco equivoco.
Come ho avuto modo di sottolineare in una vecchia newsletter, il problema maggiore del Metaverso risiede nelle difficoltà nel definirlo univocamente, il che ha contribuito a generare confusione a maggior parte delle volte. Di tutto questo frastuono non è rimasto molto, tuttavia dietro quell'etichetta si nascondono usi e tecnologie interessanti ma che vengono troppo spesso associati a progetti non ancora ben definiti. Che il segreto sia semplicemente non chiamarlo più come abbiamo fatto finora?
Ed ecco che proprio Tim Cook potrebbe inaspettatamente rivelarsi più di un assist-man per il Metaverso: se prendiamo come punto di partenza la necessità di comunicare e interagire a distanza, perché non chiamarlo Media Immersivo, un concetto che rappresenta l'evoluzione più logica dei media digitali e dei social e che abbraccia anche il sempre più diffuso utilizzo delle intelligenze artificiali? E, perché no, non potrebbe essere proprio il Vision Pro il gateway predefinito verso questo tipo di formato?
Attenzione: non credo che Apple possieda un know-how di molto superiore a quello dei suoi competitor, ma l'annuncio del lancio di del nuovo prodotto made in Cupertino potrebbe rappresentare la spinta definitiva, per tutto il settore, a varcare la soglia della mera curiosità e trasformarlo in un prodotto di massa.
Se esaminiamo attentamente la curva di adozione dei suoi prodotti, Apple non è mai stata regina nelle innovazioni, ma piuttosto le ha sapute rendere di massa, grazie alla qualità dei suoi prodotti, al marketing e alla progettazione di tutto l’ecosistema retrostante (vedi il VisionOS). Per qualche dettaglio più nerd, qui trovi un approfondimento di chi lo ha potuto testare personalmente.
Abbastanza logico quindi, da parte del mercato, attendere l’annuncio di Apple come un vero e proprio spartiacque per l’intero settore. La realtà aumentata potrebbe rimanere ancora una piccola nicchia riservata a professionisti e appassionati (visto anche il prezzo d’ingresso), ma una nicchia che vedremo sicuramente con occhi diversi dopo l’annuncio di Martedì.
Certo, non è tutto oro quello che luccica. La presentazione al WWDC ha sollevato anche alcuni interrogativi.
Partiamo dall’hardware: è una preoccupazione che esiste sin dagli inizi della realtà aumentata (AR) e che né Meta in precedenza, né potenzialmente Apple, possono facilmente risolvere. Infatti, indossare un visore ingombrante come questo per un tempo prolungato potrebbe essere un freno all’adozione di massa.
Poi ci sono (o meglio, non ci sono) i videogame. Come ben saprete, che si parli di realtà virtuale o aumentata, di Metaverso, immersive media o di spatial computing, credo profondamente che il gaming sia il mezzo ideale a fare da apripista a questa tecnologia e possa consentire così di conquistare il grande pubblico. Ma nella presentazione dimostrativa non è mai stata data grande importanza all’aspetto video-ludico.
Il prezzo. Vero, è alto, molto alto. Ma siamo tutti abituati ai price tag di Apple, e nonostante tutto i clienti non sono mai mancati.
Sarà interessante anche vedere quale impatto avrà il dispositivo su come facciamo marketing e comunicazione.
Potenzialmente, meglio di qualsiasi altro dispositivo, Vision Pro potrebbe essere in grado di tracciare il movimento degli occhi, e questi dati potrebbero essere utilizzati in tempo reale per offrire un'esperienza di navigazione su un ecommerce più intuitiva e personalizzata che mai.
Il Vision Pro sarebbe in grado di determinare anche l'attività del cervello, la pressione sanguigna, la densità del sangue e rilevare se l'utente è concentrato, incuriosito, stressato o divertito. Un sito o un'app potrebbe persino dedurre le probabilità di conversione e adattare di conseguenza il contenuto trasmesso (privacy permettendo).
Una brand experience così immersiva potrebbe adattare in tempo reale il ritmo di un video dimostrativo, o l'ambiente di un mondo virtuale, a seconda dell'umore dell’utente o della sua propensione all'acquisto.
Con la realtà aumentata poi i brand potrebbero far testare o visualizzare un prodotto in tempo reale ed in maniera più oculata, e ridurre così al minimo i resi. Già il 63% degli utenti ritiene che la realtà aumentata migliorerebbe la propria esperienza di acquisto ed il 78% afferma addirittura di preferire un'esperienza virtuale ad un semplice video dimostrativo del prodotto.
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