Buon venerdì!
Di Newsletterati non parlo spesso, ma è un progetto che mi sta particolarmente a cuore. Nato da un’idea mia e di Jacopo Perfetti, è un punto di incontro per dare visibilità e valore alle newsletter più interessanti del panorama italiano. Non aspiriamo a sostituire Substack, per carità, anche perché siamo più un luogo di connessione che una piattaforma.
Di recente
mi ha chiesto qualcosa in più su questa iniziativa, e ho pensato che potesse piacerti scoprire di che si tratta.E ringrazio Hotwire che supporta l’edizione di oggi.
Enjoy!
Quest’anno ti sei sentitə più Pink Pilates Princess o hai preferito di più il mood Surf Crush con sottofondo Throwback R&B e Neo Soul?
No, non sono (ancora) impazzito. Sono solo dei termini arbitrariamente scelti da Spotify per definire il tuo 2024 musicale.
Infatti, mercoledì 4 dicembre è tornato l’attesissimo Spotify Wrapped, il resoconto annuale che fa lo storytelling dei gusti musicali degli utenti, ma questa edizione ha suscitato più perplessità che entusiasmo. Anzi, diciamo che ha proprio lasciato l’amaro in bocca a molti utenti delusi.
Dalla sua prima edizione di sei anni fa, Spotify Wrapped si è affermato come un appuntamento immancabile. Da allora, ogni dicembre, gli utenti attendono con trepidazione la fotografia delle loro abitudini di ascolto, e sono pronti a trasformare le statistiche in post e storie da condividere sui social. È diventato un rito collettivo che mette in scena la propria identità musicale ed il piacere di condividerla.
Ma quest’anno pare che qualcosa sia andato storto.
La novità principale del 2024 è stata il podcast personalizzato generato dall’intelligenza artificiale, sviluppato in collaborazione con Google NotebookLM. L’idea era semplice e, nell’intento dell’azienda svedese, utile: trasformare i dati musicali di ciascun utente in un’esperienza audio altamente personalizzata, con una panoramica delle abitudini di ascolto dell’anno che include canzoni, artisti e generi preferiti, in modo tale da rendere il Wrapped ancora più coinvolgente (io non l’ho potuto testare perché ho un abbonamento con Youtube Music, ma mi avrebbe incuriosito).
La reazione del pubblico? Definirla non proprio entusiasta è un eufemismo. Su piattaforme come X) e Reddit, gli utenti hanno criticato duramente il nuovo formato: grafica monotona, contenuti poco o nulla accattivanti e una generale sensazione di delusione. Qualcuno lo ha addirittura definito il peggiore Spotify Wrapped mai prodotto, lamentando imprecisioni nei dati (per questo ci sono valide alternative) e la mancanza di quella creatività che aveva reso speciale questa tradizione.
Altri utenti hanno pure collegato questo risultato ai licenziamenti effettuati da Spotify nel 2023, che potrebbero aver costretto l’azienda a fare un maggiore affidamento sull’intelligenza artificiale.
Il dibattito ha sollevato interrogativi più ampi sul ruolo dell’IA nel campo della creatività. Il termine AI Slop – un prodotto percepito come frettoloso e privo di anima, o più semplicemente “sbobba artificiale” – è emerso spesso nelle discussioni, mettendo in dubbio il limite oltre il quale l’intelligenza artificiale debba spingersi senza sacrificare del tutto il contributo umano.
L’intelligenza artificiale è uno strumento potentissimo, ma non può (ancora) replicare quella complessità emotiva e creativa che da sempre contraddistingue l’ingegno umano. Piuttosto che competere, sarebbe più saggio cercare un equilibrio: lasciare che l’IA arricchisca le esperienze senza sovrastarle completamente. Ma per farlo serve sempre tanta ispirazione.
E a ‘sto giro, pare proprio che Spotify Wrapped l’abbia persa di vista.
Supportato da:
Come possono le aziende sfruttare l’intelligenza artificiale generativa per ridefinire il proprio valore di marca? Il nuovo report di Hotwire e House of Beautiful Business offre risposte, introducendo il framework “IA oltre l’efficienza”. Basato su quattro valori chiave – autonomia, riconoscimento, impatto, intimità – guida i professionisti del marketing e della comunicazione verso strategie più creative e significative. È tempo di guardare oltre. Scarica il report gratuito qui sotto:
Il progetto Branded in Memory di Signs.com ha coinvolto alcuni utenti americani, chiedendo loro di disegnare a memoria 10 loghi iconici, tra cui Apple, Starbucks e Foot Locker. In 80 ore, sono stati prodotti oltre 1.500 disegni, rivelando che molti loghi non sono sempre impressi con assoluta precisione nella nostra memoria, anzi…
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