Ciao! Buon venerdì!
Continuo col formato delle ultime uscite, sembra che tu lo stia apprezzando. Se così fosse, fammelo sapere con un cuoricino o con un messaggio in privato (rispondo sempre).
Toh, oggi si parla proprio di format.
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A presto,
Antonio
Nel contesto di social, tv, podcast o radio, dove la competizione per l'attenzione è sempre più aspra, pensare in termini di format anziché di singoli contenuti può trasformarsi in un vantaggio competitivo niente male.
In questi termini, non è una limitazione, ma un trampolino di lancio per la creatività, perché offre una struttura affidabile su cui costruire esperienze coinvolgenti e - possibilmente - memorabili.
Prendiamo Boiler Room, un fenomeno che ha saputo conquistare una posizione di vertice nel mondo della musica elettronica e dance.
Nato come canale YouTube nel 2010, ha saputo attirare a sé una community globale grazie alle sue maratone DJ, spesso estese ben oltre le due o tre ore, diventando un vero e proprio culto tra gli aficionados della musica elettronica. Il layout scenografico, con il DJ protagonista al centro ed il pubblico a fare da sfondo, è diventato un simbolo della cultura underground, la cui esperienza viene trasferita fuori dai locali e trasferita all’interno degli schermi digitali. A qualsiasi latitudine.
Boiler Room è stato capace di modellare la percezione ed il consumo musicale tanto che altri progetti ne hanno adottato la filosofia fino a diventare essi stessi prodotti di culto come Hoer Berlin, COLORS o Cercle (qui il DJ è immerso in location mozzafiato).
Anche la serie Tiny Desk di NPR si è rivelata rivoluzionaria, per certi versi.
Immaginatevi una dozzina di persone all'interno di un ufficio. Quello che c'è di fronte a voi è una scrivania e una band che entra a malapena nell’inquadratura. Scenografia costituita da tanti, tantissimi libri, dischi, tazzine da caffè e altre cianfrusaglie, in una stanza che rimane anonima fintantoché non viene suonata la prima nota. Lo spettatore - dal vivo oppure virtualmente - è a solo pochi metri di distanza dall’artista, che è lì per proporre quello che solo un'esibizione intima e unplugged può offrire.
Il suo successo è da attribuire ad una selezione musicale autentica, ricercata e distante da algoritmi e playlist, e alla sua capacità di rendere omaggio ad artisti e generi da tutto il mondo, emergenti o di spicco come Adele, Lenny Kravitz, Taylor Swift, Ed Sheeran, John Legend, Anderson Paak, Dua Lipa, Alicia Keys, volendo fare qualche nome.
Insomma, su Youtube, così come su Netflix o Spotify Podcast i format hanno successo e sono potenti strumenti di narrazione per tre ragioni, essenzialmente:
Conferiscono una struttura alle storie
I format rappresentano l'ossatura delle storie, fornendo uno schema prevedibile che autori e creator possono seguire. Questa struttura non è solamente un aiuto nella pianificazione, ma serve a creare un ritmo che facilita la digestione dei contenuti.
Aiutano a gestire l’attenzione
In un'era di sovraccarico informativo, catturare e mantenere l'attenzione del pubblico è più sfidante che mai. I format, grazie alla loro natura prevedibile, comunicano agli spettatori cosa aspettarsi, agendo quasi come un contratto non scritto tra il creatore del contenuto e l’audience. Quando gli spettatori cliccano su un video di un Tiny Desk Concert - e di grandissima importanza rivestono i thumbnail - sanno che saranno intrattenuti da una performance musicale intima e di altissima qualità. Questa anticipazione aiuta a filtrare i contenuti in base agli interessi personali e gestisce le aspettative, riducendo le possibilità di delusione.
Sono iterativi e ripetibili
I format sono ingegnerizzati per essere iterativi e ripetibili, permettendo di mantenere una qualità e uno stile costanti nel tempo. Ciò non solo semplifica la produzione, riducendo il tempo e le risorse necessarie per ideare da zero ogni nuovo pezzo, ma garantisce anche al pubblico una coerenza stilistica. La ripetibilità è fondamentale per costruire un brand solido, poiché consente agli spettatori di sviluppare abitudini di consumo attorno ai loro contenuti preferiti. Non è un caso che molti dei profili TikTok più di successo mostrino le stesse gestualità replicate nel tempo. C’entra, anche qui, l’effetto della mera esposizione. Per approfondire:
Il mere exposure effect è la tendenza umana a sviluppare una preferenza per persone, cose o concetti semplicemente perché ci sono familiari. In altre parole, siamo inclini a preferire ciò che già conosciamo rispetto a ciò che è nuovo o sconosciuto.
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Anche il Fondo Internazionale Monetario dice la sua sull’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro.
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Presto sarà possibile visualizzare i contenuti social direttamente sul profilo aziendale Google MyBusiness. Si comincia, come sempre, negli Usa con bar e ristoranti. Fino ad allora puoi vedere come appare qui.
Che succede quando anche i detenuti vogliono fare i content creator?
Uso Meco già da diverse settimane e finalmente posso godermi le newsletter fuori dalla casella email in tutta calma, leggendole in modo più organizzato. E l’app gratuita è fatta benissimo.
Io mi trovo benissimo con Raindrop e non ho - al momento - intenzione di cambiare. Ma Aboard sembra essere una validissima alternativa come cloud per link, file e contenuti personali. Anche Yesterdays è un’altra bella app (solo per iOS) per segnarsi e ricordare qualsiasi tipo di nota o contenuto multimediale. La cosa interessante è che è gratuita e non ci sono tracker, iscrizioni da fare né pubblicità. Cosa vuoi di più davvero non lo so.
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