Ben ritrovate e ritrovati,
Rieccoci qui più in forma che mai. Se è vero che se ci impegniamo pubblicamente per raggiungere un obiettivo, lo raggiungeremo con maggiori probabilità; si dice che una promessa pubblica fa scattare una serie di meccanismi per cui diventa difficile e doloroso non mantenerla. Ecco, allora lo dico: mi sono iscritto in palestra.
Eviterò qualsiasi accenno su pesche e GDO, ma un piccolo appunto sulla frutta dell’Esselunga mi sento di farlo: sono mesi che non ha più sapore.
Detto questo, ti ricordo che puoi partecipare al referral program, trovi il link alla fine dell’email. Se i tuoi amici o colleghi si iscrivono, riceverai un piccolo omaggio, in base a quanti di loro hai invitato. Grazie!
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E quindi vivremo sempre di più e più a lungo, e fin qui tutto bene. Ma l'invecchiamento demografico è un fenomeno globale che va monitorato con attenzione e che riguarderà gran parte dei paesi sviluppati.
Secondo diverse proiezioni, entro il 2050 la percentuale di over 65 anni potrebbe raggiungere il 40% della popolazione di alcune zone dell’Asia e dell’Europa. Ciò significherà che un numero sempre minore di persone in età lavorativa dovrà sostenere una quota crescente di pensionati. Mentre in Francia si difende (a fatica) l’età pensionabile a 62 anni, in tutta l'Unione Europea, uomini e donne lavorano oltre i 65 anni. La Svezia ha la percentuale più alta di persone di oltre 75 anni che ancora lavora. Secondo i dati di Eurostat, quasi il 30% delle persone anziane lavoratrici dicono di continuare a lavorare per integrare i loro redditi o rafforzare la loro futura pensione.
E l’Italia dovrebbe guardare a questi fenomeni con preoccupazione: secondo l’ISTAT siamo una delle popolazioni più vecchie al mondo, con impatti rilevanti su sanità, assistenza e mercato del lavoro. La bassa natalità non fa che aggravare il problema, riducendo il numero di giovani che in futuro potranno sostituire gli attuali lavoratori (e pagare le pensioni). Insomma, per mantenere ancora sostenibili le pensioni saranno quindi necessarie riforme strutturali, ma già si sa e non è questo il luogo dove parlarne, oggi.
Tuttavia la silver economy, aka economia della terza età, potrebbe offrire opportunità di business, per chi le saprà cogliere.
Dal lato della domanda, gli anziani rappresentano un segmento di consumatori con esigenze specifiche in termini di prodotti e servizi, in particolare nei settori salute, cura, alimentazione, tempo libero, cultura e turismo e si tratta di un mercato in continua crescita. Interessante questo rapporto del 2018 (ma ancora attualissimo) il cui obiettivo principale è catturare il potenziale della silver economy in Europa e fornire alla Commissione Europea informazioni chiave ed un quadro di riferimento.
In termini di offerta, gli over 65 possono continuare a contribuire all'economia in qualità di lavoratori, mettendo a disposizione le proprie competenze ed esperienze maturate in decenni di carriera ma, nonostante tutto, nel mondo del lavoro continua ad essere diffusa la discriminazione legata all’età (o ageism). Addirittura, gli over 50 hanno meno chance di essere assunti e più probabilità di essere licenziati mentre sono ancora diffusi i classici stereotipi negativi: “poca memoria", "lenti", “spesso malati”, "poco innovativi".
Eppure, come si evince dallo studio “La vita segreta degli adulti: abitudini digitali degli over 50" di Hearts & Science, gli over 50 (26,4 milioni di persone, pari al 44% dei residenti italiani e al 50% del PIL) nella tecnologia ci sguazzano, eccome. Un paio di spunti emersi dal report:
Gli over 50 adorano la tecnologia: possiedono smartphone, PC, tablet e smart TV ed è un'élite si informa più online che in TV. Rispetto alla fascia 18-49 hanno più potere d’acquisto e si abbonano maggiormente a giornali e riviste online. Cercano tutorial, info su aziende e approfondimenti.
Per lo stesso motivo, acquistano tanto online, molto più dei giovani. Comprano cosmesi, articoli sportivi, prodotti per l’intimità.
Amano stare sui social: l'80% usa Facebook, Instagram, LinkedIn, Twitter, TikTok e comunicano su WhatsApp, usato più degli under 49. È il loro spazio ideale.
E viaggiano tanto, gli over 50 sono la fascia generazionale che prenota maggiormente viaggi online e che si informa con più attenzione sulle destinazioni.
In ogni caso, serve un cambio culturale: le competenze ed esperienza dei più anziani sono una risorsa preziosa e praticare l’ageism significa danneggiare noi stessi, la nostra economia ed il nostro stesso futuro.
Non distante dal tema della newsletter di oggi, c’è la loneliness economy, ossia l’ecosistema di app e strumenti finalizzati ad affrontare l'onnipresente problema della solitudine.
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