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Qualche giorno fa mi sono imbattuto in un thread interessante su Hacker News, una community tecnologica molto popolare negli Stati Uniti, che riguardava le paure di un programmatore nei confronti dell'intelligenza artificiale e dell'automazione del suo lavoro.
Tra le varie frasi, questa mi ha colpito particolarmente:
L'intelligenza artificiale fa paura perché mette a rischio il mio lavoro. Ho sempre puntato sulla mia esperienza nel settore come strada per raggiungere la fascia salariale più elevata, ma adesso non mi sento sicuro neanche nel prendere un mutuo, non sapendo quanto a lungo riuscirò a mantenere il mio posto con l'IA che sta automatizzando tutto.
Il dibattito sulla paura dell'automazione è intenso e i commenti su piattaforme come Hacker News o Reddit mostrano chiaramente quali siano le prime preoccupazioni. Da un lato ci sono coloro che sostengono che l'intelligenza artificiale sia solo uno strumento e non possa quindi sostituire del tutto il pensiero critico e la creatività. Dall'altro, invece, ci sono quelli che temono che la velocità con cui l'IA sta avanzando possa presto superare le capacità umane.
Nonostante l'intelligenza artificiale stia diventando sempre più integrata nelle nostre attività quotidiane, personalmente, credo che non sostituirà completamente i programmatori, così come non succederà con designer o copywriter. Restando in ambito sviluppo, sebbene la scrittura del codice sia un aspetto cruciale dello sviluppo del software, ci sono molti altri aspetti del lavoro di sviluppo che l'IA non può gestire, come l'analisi dei requisiti, l'architettura del sistema, la comprensione del contesto del problema, il dialogo con clienti e fornitori e la risoluzione di problemi. Ne abbiamo già avuto prova quando la programmazione è diventata più accessibile: la domanda di sviluppatori è aumentata anziché diminuire.
E poi, la storia ci ha insegnato più volte che le disruption tecnologiche raramente hanno avuto un impatto negativo sul mondo del lavoro. Lo fa notare anche Ben Evans:
Dan Bricklin invented the computer spreadsheet in 1979: until then, ‘spreadsheets’ were paper (you can still buy them on Amazon). He has some entertaining stories about early use: ‘People would tell me, “I was doing all this work, and coworkers thought I was amazing. But I was really goofing off because it only took an hour and then I took the the rest of the day off. People thought I was a wunderkind but I was using this tool.”’ So, what did Excel and the PC do to accounting employment? It went up.
Ad ogni modo, bisogna ammettere che alcune previsioni sul futuro dell'IA possono sembrare spaventose, soprattutto per i programmatori. Ad esempio, lo sviluppo di applicazioni basate su IA come Github Copilot e ChatGPT potrebbe avere un impatto significativo. Il CEO di Github, Thomas Dohmke, afferma che Github Copilot scriverà l'80% del codice, permettendo agli sviluppatori di concentrarsi sul restante 20%. Sempre secondo un sondaggio di Stack Overflow, la maggioranza dei programmatori utilizza o prevede di utilizzare strumenti di intelligenza artificiale nel processo di programmazione.
Gran parte della retorica nei confronti di modelli linguistici come ChatGPT si concentra sui lavori che sembrano essere destinati all'estinzione a causa della loro introduzione ma in pochi considerano i nuovi tipi di lavoro che potrebbero essere generati. Ad esempio, c'è una grande quantità di persone che viene pagata per etichettare i dati utilizzati per addestrare le IA. Anche se questo lavoro può apparire estremamente ripetitivo e noioso, offre comunque notevoli opportunità in paesi in via di sviluppo come Kenya, Nepal o Filippine. Il New York Magazine ha pubblicato un reportage su coloro che svolgono questo lavoro, offrendo una prospettiva alternativa sui tipi di lavoro che l'IA potrebbe generare in futuro.
Le previsioni intimidatorie potrebbero anche offrire delle opportunità interessanti. Con l'IA che si occuperà della parte più "pesante" del lavoro, i programmatori potrebbero avere più tempo a disposizione per perfezionare le loro abilità di progettazione o product management, ottenendo una sorta di vantaggio competitivo inaspettato.
La stessa logica può essere applicata anche a chi si occupa di scrittura come professione. Nonostante l'aumento dell'uso di strumenti come ChatGPT, saper scrivere bene rimane ancora un'abilità fondamentale. L'IA può sicuramente rendere la buona scrittura più accessibile, ma ciò solleva anche una serie di interrogativi sul futuro della scrittura stessa.
Ad esempio, se la buona scrittura diventa alla portata di tutti, continuerà comunque ad essere un vantaggio competitivo? Sarà ancora utile sforzarsi di scrivere bene? Le valutazioni scolastiche dovrebbero ancora essere basate sulla scrittura? Le nostre capacità cognitive diminuiranno se smettiamo di scrivere? Le risposte a queste domande non sono ancora chiare. Già ora, in diversi college e università ChatGPT è stato messo alla prova come normale studente, ottenendo voti dignitosi. Ovviamente la scrittura non era eccezionale, ma comunque migliore rispetto alla media degli studenti.
Tuttavia, come suggerito da Paul Graham, l'IA può trasformare una scrittura mediocre in un prodotto accettabile, ma l'arte della scrittura resta indispensabile.
Inoltre, mentre gli strumenti di IA possono migliorare la scrittura, non possono mai sostituire l'originalità e la creatività umana. Sebbene gli strumenti di IA rendano la scrittura più efficiente, la capacità di generare idee originali e pensare in modo critico resta tuttora un dono prettamente umano.
Quindi le prospettive per i lavoratori sono ancora ottimistiche, ma saranno necessarie nuove competenze. Lo pensano anche i leader aziendali che stanno valutando l'impatto dell'AI sulla forza lavoro di oggi e di domani. Secondo un report di Workday, la metà (45%) ritiene che AI e ML andranno a beneficio dei lavoratori, aumentando le possibilità di lavoro e creando nuovi percorsi di carriera. Il 43% è più cauto, avvertendo che AI e ML sostituiranno alcune attività, causando una lieve disoccupazione tra i lavoratori. Solo il 12% è più dubbioso e afferma che AI e ML sostituiranno completamente gli esseri umani avendo un impatto negativo sul mondo del lavoro.
Così scrive Thomas Pueyo: i lavori intellettuali e non regolamentati saranno quelli più a rischio, e quindi sviluppatori, scrittori, grafici rientrano tutti in questa categoria. Ma la storia ci ha insegnato che rivoluzioni tecnologiche non sempre hanno rappresentato la fine di determinati lavori e descrescita occupazionale.
Anzi.
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