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La ricetta per diventare virali

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La ricetta per diventare virali

O perché alcuni contenuti diventano più virali di altri.

Antonio
Sep 2, 2022
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Se su Linkedin notate dei post con migliaia di like e commenti, che possono apparire banali, scontati o fin troppo romanzati e su TikTok dei video alquanto strambi ma con centinaia di migliaia di condivisioni c’è una motivazione. Anzi, ce ne sono quattro.

La prima: sono capiti da tutti, nessuno escluso. Le persone non apprezzano un testo, un video o un’immagine che non sia facilmente comprensibile. I tecnicismi e l’ostentazione della propria competenza sono i peggiori nemici della viralità. Anche parlando di un argomento molto tecnico, è possibile condividerlo in modo semplice, ottenendo comunque una portata maggiore. Anche se l’obiettivo è posizionare il tuo personal brand in una nicchia ben specifica, la semplicità paga sempre.

La seconda: scegli il canale più adatto. Saper trasmettere la propria conoscenza è importante quasi quanto il contenuto stesso. Sai scrivere? Allora pubblica un libro, condividi le tue conoscenze su Linkedin, una newsletter o un blog. Hai una bella parlantina? Apri un podcast o fai dei video su Youtube o TikTok. Io sono un pessimo oratore, ecco perché un podcast di LetMeTellIt sarebbe poco credibile.

La terza: perché alcuni post pseudo-motivazionali piacciono così tanto? Perché le ricette di cucina spopolano su TikTok? Creano valore o almeno fingono di farlo. Ok, queste parole possono voler dire tutto e niente, ma credo che possiamo ragionevolmente affermare che i contenuti che ottengono più interazioni sono anche quelli che insegnano, spiegano e, soprattutto, promettono o illudono di poter raggiungere determinati risultati (personali, lavorativi o economici).

Certo, la maggior parte delle persone non fa mai nulla con i consigli che riceve. Le citazioni e gli aforismi piacciono, ma poi in pochi sono in grado di metterli in pratica nella vita reale. E nonostante tutto, questo tipo di post piace sempre tantissimo. E questo è il circolo vizioso che consente ai guru digitali di continuare a prosperare.

In ogni caso trattare argomenti che conosci, anche se non sei il massimo esperto, ma dei quali ne sai più della media, è un’ottimo metodo per ottenere l’apprezzamento degli utenti.

Oltre a quei post educativi, funzionano ovviamente molto bene anche quelli che fanno semplice intrattenimento. A chi non piace un po’ di leggerezza?

La quarta: comprendi l'algoritmo della piattaforma. Si, questa è facile, ma nasconde anche delle insidie. Gli algoritmi cambiano ciclicamente, e sappiamo che i contenuti che diventano virali sono quelli che ottengono più interazioni. Ed è noto a tutti come a Facebook, Instagram, LinkedIn et similia non piacciano i link in uscita (che portano quindi l’utente ad abbandonare la piattaforma). Quindi via libera a testi, immagini e video (chiamati quindi zero click content).

Detto questo, non c’è nulla di male nel cercare di convincere i tuoi follower ad interagire con un tuo post. C'è solo un metodo testato che possa incrementare le chance di creare un contenuto virale: produrne tanti. Più sono meglio è, così da aumentare la tua luck surface area (posto che siano sempre di qualità).

Ahimè il titolo è quindi fuorviante, non ci sono ricette segrete: il tempo e i numeri ti diranno quello che funziona e quello che non funziona.

Perdonate il pippone. Un abbraccio.

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