Buon venerdì!
L’edizione di oggi è supportata da GetResponse che ha creato per te una checklist gratuita che ti guiderà passo passo nel lancio del tuo progetto. Più sotto troverai qualche dettaglio in più!
Perdona se leggi qualche refuso, ma ormai il tempo per scrivere ed editare questa newsletter è sempre meno. Avrei bisogno di giornate da 28 ore (sì, c’è chi ci ha provato).
Comunque, oggi si parla di creator, in carne ed ossa e virtuali.
A presto!
Antonio
Recentemente mi ha sorpreso leggere che più di 200 milioni di persone si identificano come creator di contenuti.
Anche se questo dato può sembrare incredibile, non è nemmeno lontanamente vicino a generare il volume di contenuti necessario per cogliere tutta l'attenzione degli oltre 5 miliardi di utenti che bazzicano sui social quotidianamente.
Non rispetterebbe nemmeno la celebre regola aurea del 90-9-1, che suggerisce che nelle community digital sane l'1% degli utenti sono veri creator, il 9% crea contenuti occasionalmente ed il restante 90% sono quelli che potremmo definire lurker, ossia coloro che consumano il contenuto senza interagire.
Questo cosa significa?
Che un'enorme maggioranza osserva passivamente ciò che una minoranza produce. Questa disuguaglianza fa tremare le grandi piattaforme, perché cosa faranno quando non ci saranno più abbastanza contenuti da alimentare la vorace macchina dell'attenzione che - loro stesse - hanno contribuito a creare?
Inevitabile che in loro soccorso arrivi l’intelligenza artificiale generativa.
Meta ci aveva provato, seppur timidamente, con i suoi fake influencer. Ma, come spesso accade quando si osa troppo o troppo poco, il pubblico ha reagito con sdegno, costringendo Zucky a fare marcia indietro.
Eppure, il fenomeno degli influencer virtuali ha un potenziale che sembra ancora largamente sottovalutato. Pensa a Lil Miquela, che ha aperto la strada a una nuova generazione di figure digitali, seguita da esperimenti come Aitana, l’influencer IA creata dall’agenzia spagnola The Clueless, che ha già saputo calamitare l’attenzione di diversi brand.
Con l’invasione di influencer (quelli in carne ed ossa), il mercato è ormai saturo di volti intercambiabili e contenuti omologati. Avrai notato che è difficile distinguere l’uno dall’altro, figuriamoci affezionarsi: hanno tutti un aspetto accuratamente studiato per apparire rassicuranti (entra in gioco il bias della mera esposizione), promuovono più o meno gli stessi prodotti e, diciamocelo, spesso sembrano più robot che persone (hai presente le campagne di Temu su TikTok? Ecco, ci siamo capiti). Loro vogliono farsi chiamare UGC creator, io li chiamo influencer da catena di montaggio.
Un influencer che non conosce stress, non genera scandali, non sbaglia mai il brief, non arriva mai in ritardo, non chiede cifre monstre per una adv non esiste.
Appunto. Non esiste, perché virtuale.
Quindi, la vera domanda non è se, ma quando questi avatar digitali diventeranno la norma. E quando questo accadrà, ci renderemo conto che forse la realtà, con tutta la sua imprevedibilità, aveva ancora qualcosa di insostituibile.
SPONSOR
Mettiamola così: hai un’idea geniale ma non sai come trasformarla in un business vero e proprio?
Ecco che GetResponse ha creato per te una checklist gratuita che ti guiderà passo passo nel lancio del tuo progetto. Non stiamo parlando di una lista qualsiasi, ma di oltre 100 passaggi essenziali che coprono tutto: dall’analisi della tua audience, all’uso dei migliori strumenti di IA, fino al design perfetto grazie a un template Canva già pronto all’uso. In pratica, un manuale d’istruzioni per il successo.
Se già ti fanno paura i mille task che servono per partire – dal branding ai contenuti, passando per strategie e partnership – questa guida è la tua migliore amica, perché ti aiuterà a rimanere sul pezzo senza perderti nei dettagli.
Scaricala gratis ora e inizia a trasformare la tua passione in realtà 👇
Per anni, i marchi hanno seguito lo stesso modello: lanciare annunci di massa e aspettarsi conversioni immediate. Ha funzionato? Sì, fino a quando l'ecosistema digitale non è diventato un campo minato di privacy, saturazione dei contenuti e banner blindness. Oggi, il marketing full-funnel non è più un nice-to-have, ma una vera e propria strategia di sopravvivenza.
Tra il 2011 e il 2021, l'industria del gaming ha registrato un boom spettacolare. Ma quell'ondata si è improvvisamente arenata e in questi ultimi 3 anni è cresciuta a malapena. Matthew Ball prova a dare la sua spiegazione in una presentazione esaustiva di oltre 200 diapositive, dove analizza il settore e spiega le probabili cause di questo arresto - a tratti - sorprendente.
Se vuoi farti male: la prima guida italiana 2025 agli stipendi nell’ambito creativo e tech di Crebs.
Questo articolo affronta una delle questioni del momento, ossia della capacità della tecnologia dell'intrattenimento di distrarci, e la paragona a quella che la gente riteneva facesse quando altre tecnologie rivoluzionarie (libri, televisione, ecc.) raggiungevano le persone in massa.
Brand Finance ha pubblicato la classifica annuale dei marchi di maggior valore al mondo, che colloca Apple al primo posto davanti a Microsoft e Google. E noi italiani? Il primo è Generali Group al 181° posto. Malino.
Una guida alla bella tipografia.
Fal.ai, una delle mie piattaforme AI preferite, lancia Video Studio, uno strumento AI all-in-one open source. Questa piattaforma è carina perché integra la generazione di immagini, video e audio in un unico spazio.
Sempre a tema IA: non si fa altro che parlare di DeepSeek, il LLM cinese che fa concorrenza a ChatGPT, ma a quanto pare sta per essere lanciato un competitor - altrettanto potente, se non di più - dal colosso ecommerce Alibaba.
Il rapporto 2024 di Luminate sul settore musicale è sempre ricco di spunti, così come quello sul mondo del videomaking di Filmsupply.
Lo sapevi sarebbe successo prima o poi, vero? Meta ha annunciato le ads per Threads.
Progetta survey personalizzati in pochi secondi con Poll Gen.
Generare video con voce fuori campo è semplice con Video Llama.
Uso Meco già da un po’ e finalmente posso godermi le mie newsletter preferite fuori dalla casella email in tutta calma, leggendole in modo più ordinato. E l’app è fatta benissimo.