Doomspending, no spend challenge e dismorfie finanziarie.
La gestione dei soldi all'epoca social.
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Eccomi di nuovo qui, il mio consueto giorno di pubblicazione. Ho deciso di tornare al venerdì perché immaginarvi a leggere la newsletter ancora a letto o nel bel mezzo del vostro meritato weekend mi è parso troppo crudele. Se vi giunge che siete in ufficio, sul bus o già in call con il vostro capo, beh, mi sento meno in colpa.
Oggi la newsletter è supportata da Tate, una startup innovativa nel settore dell'energia, che si distingue anche per il suo modo di comunicare. Senza fronzoli.
Tra l’altro, li ho scoperti proprio su Reddit, un social network dove chi fa pubblicità in modo troppo aggressivo viene subito piallato. Invece, il post del loro fondatore Micael è stato accolto con curiosità proprio per la sua comunicazione diretta, semplice e trasparente.
E questa è proprio la filosofia dietro il servizio di Tate: diretto, semplice e trasparente.
Buona lettura!
Hai presente quella sensazione di panico quando senti (o leggi) le ultime - pessime - notizie e pensi: “Oddio, tra guerre, inflazione e pandemie, meglio comprare quello che voglio, ora che me la posso ancora godere”.
Ecco, questo si chiama doomspending, ovvero l’atto di comprare compulsivamente per il timore di non poterlo più fare in futuro o per sentirsi meglio con se stessi in un periodo particolarmente complicato, sotto tanti punti di vista. Potrebbe sembrare retail therapy, ma è qualcosa di diverso.
C'è anche chi prova a lottare contro questi impulsi irrefrenabili con il loud budgeting, ovvero il condividere le proprie spese e risparmi sui social, o con amici e familiari. Comprendere meglio come spendiamo i nostri soldi e trovare modi alternativi per risparmiare ora è diventato qualcosa da flexare sui social.
E poi ci sono gli integralisti della no-spend challenge: per un periodo di tempo prefissato (un mese, un anno, scegli tu), non comprano determinati prodotti. Una filosofia - sposata in modo particolare dalla Generazione Z - per risparmiare, ridurre l'impatto ambientale e diventare più consapevoli dei propri consumi.
Il mondo anglofono ci inonda - come sempre - di neologismi proprio perché il nostro legame con il denaro, sempre più complesso e contraddittorio, richiede un'analisi, una spiegazione ed una continua decodifica.
Un'indagine recente rivela che circa la metà dei giovani è ossessionata dall'idea di guadagnare sempre di più ma senza avere gli strumenti adatti per prendere decisioni finanziarie adeguate, una tendenza che porta oltre il 40% di loro a vivere ciò che viene definito come dismorfia finanziaria.
Questo è un fenomeno che si manifesta, infatti, quando le persone non riescono a valutare correttamente la propria realtà finanziaria. Secondo Credit Karma, il 29% degli americani ne soffre, ed è un valore che sale al 43% tra i membri della Generazione Z e scende al 14% tra gli over 59.
E la dismorfia non risparmia nemmeno le categorie più abbienti, suggerisce sempre Credit Karma. Curiosamente, metà degli americani con un reddito annuo superiore ai 100.000 dollari si sente di vivere alla giornata. Una ricerca di Bloomberg condotta lo scorso agosto su 1.000 individui con un reddito annuo di almeno 175.000 dollari ha rivelato che il 25% si considerava molto povero o povero, affermando di sopravvivere pur vivendo situazioni difficili.
Due principali bias cognitivi contribuiscono a questo fenomeno: da un lato, l'avversione alle perdite ci rende più sensibili ai prezzi in aumento rispetto a quelli in diminuzione (le persone tendono a ricordare di più i rincari dei prezzi, piuttosto che i cali).
Dall'altro, l’euristica della disponibilità fa sì che la nostra percezione si concentri sugli acquisti più frequenti, soprattutto alimentari, che pur rappresentano solo il 20% del budget complessivo e che influenzano fortemente la percezione della nostra reale situazione economica.
In Italia, il rapporto tra cittadini e denaro è da sempre tormentato e l’analfabetismo finanziario galoppante non fa che aggravare la situazione, già di per sé poco rosea. Fortunatamente community online, podcast, canali Youtube e startup fintech, con i loro suggerimenti per la gestione del budget e la pianificazione finanziaria personale, stanno dando una piccola mano a combattere un annoso problema.
SPONSOR
Tate è un fornitore luce e gas digitale i cui punti di forza sono l'assistenza clienti e l'esperienza utente. Niente call-center antiquati o attese infinite. Un sistema di chat in app e sul sito diretto e amichevole dove non esiste il "visualizzato e non risponde", perché la risposta è immediata. Tate ha anche un'app sviluppata internamente di semplice utilizzo e dal design curato che usi per richiedere il passaggio, controllare consumi e pagare le bollette. Energia al prezzo di costo, consultabile in ogni momento, e prezzo del servizio sempre chiaro. A nessuno piace occuparsi delle bollette, ma Tate cerca di rendere la gestione delle utenze più semplice e indolore possibile. E le recensioni dei clienti dicono che sono sulla strada giusta. Ricorda, utilizzando il codice LETME30, puoi ottenere uno sconto di 30€ sulle prime due utenze, erogati in 5€ al mese per 6 mesi!
A Sorgono, in provincia di Nuoro, sta andando in scena Once Upon A Place, evento che unisce scrittori, giornalisti, marketer e sceneggiatori in un viaggio di scoperta e narrazione delle radici di un territorio, con ospiti del calibro di Riccardo Scandellari, Francesco Oggiano, Federico Favot e tanti altri. Se siete in Sardegna fateci un salto!
Qualche giorno fa mi sono chiesto se esistesse un servizio che si occupa di rintracciare le decine di telefonate da call center che ricevo ogni giorno, risalire all'azienda proprietaria o cliente, inviare una PEC di diffida (magari con in copia il Garante della privacy) e far rimuovere definitivamente il mio numero di telefono dai loro database. So bene che non è facile tracciare determinati numeri a causa dello spoofing, però ho scoperto un servizio che sembrerebbe fare più o meno quello, Incogni. Tu lo conosci?
Mi riaggancio all’argomento della digressione principale con alcune risorse che interessano direttamente me - cittadino milanese - e tanti altri di voi. Ossia che Milano non è una città per giovani: due su tre spendono più di quanto guadagnano ed è pure nella top 10 delle città più care per un primo appuntamento. Insomma, Milano non è il posto migliore dove scegliere di vivere se hai uno stipendio normale.
L'interesse degli utenti per le notizie online è in calo, e una porzione sempre minore ritiene che valga la pena sottoscrivere servizi di informazione a pagamento. Related: Is the Media Prepared for an Extinction-Level Event?
Sono stato catastrofista e pessimista cosmico in passato, ma negli ultimi anni la situazione è decisamente migliorata. In questo mi hanno aiutato alcune persone a me care, e un reframe del mio modo di vedere le cose. Ora la forma mentis è più puntare al meglio, ma prepararsi per il peggio piuttosto che tutto andrà sicuramente a rotoli. In ogni caso, se anche tu sei nella mia stessa barca, leggi questo bell’articolo di Vox, e prendi spunto.
Sai che puoi sfruttare ChatGPT per visualizzare in modo efficace i dati SEO provenienti da Ahrefs?
Non è obbligatorio dover documentare tutto, ma proprio tutto, sui social.
7 suggerimenti utili per superare il blocco della creatività.
Microinterazioni, messaggi di errore e microcopy che integrano un pizzico di humor possono migliorare l’esperienza utente in modo efficace. E aumentare l’affetto verso il brand (ma va anche utilizzato con cautela e sensibilità, tenendo conto del contesto e del pubblico di riferimento).
Secondo un'esclusiva di The Information, OpenAI starebbe sviluppando un nuovo motore di ricerca con le azioni di Google che hanno perso quasi il 2% subito dopo questa notizia.
È da diverso tempo che cerco il client di posta perfetto. Le app native come Apple Mail non sono male, ma trovare quella che ti permette di leggere e rispondere alle email in modo più veloce ed efficace è sempre una sfida. Negli ultimi anni, ne ho provati diversi, per poi tornare sempre a Spark. Ma ora, di diverso, c’è il fattore IA. Una valida eccezione potrebbe essere Ultra, che usa l’intelligenza artificiale per estrarre le task più importanti contenute nelle email ricevute.
Leggere decine di newsletter nella casella di posta è frustrante: è caotico ed è facile perdere il controllo sia delle iscrizioni che di importanti email personali. Uso Meco già da qualche giorno e devo ammettere che ora posso godermi le newsletter fuori dalla casella email in tutta tranquillità, leggendole con più calma e in modo più organizzato. E poi l’app è completamente gratuita e senza pubblicità (il che non guasta).
Se c’è il caos anche nella tua libreria, Bookshelf è l’app giusta per te: puoi tenere traccia dei libri che hai letto e di quelli che vorresti leggere.
Feeeed, oltre ad avere un nome simpaticissimo, si contraddistingue per essere l’app ideale per salvare tutti i tuoi contenuti in un unico posto, siano essi articoli, file, immagini o video e creare così - ça va sans dire - il tuo feed personale.