Ciao, buon venerdì! Come stai?
L’edizione di oggi è supportata da Serenis, la startup che ha a cuore il tuo benessere mentale e che offre un piccolo sconto ai lettori della newsletter. Trovi i dettagli più giù.
Ti hanno inoltrato questa newsletter e vuoi iscriverti anche tu? Puoi farlo cliccando qui:
Sono recentemente stato a Lisbona e mi sono reso conto che la capitale portoghese sarebbe proprio un bel posto dove andare a vivere (non è un caso che sempre più nomadi digitali l’abbiano scelta come place to be). Per certi versi sembra Milano, ma senza l’inquinamento ed in più il mare (e la presenza fissa del bacalhau in quasi ogni piatto). Analizzandola più accuratamente mi son reso anche conto che è proprio l’atteggiamento dei portoghesi a renderla speciale: l’educazione nelle piccole cose come il rispetto delle code, la pulizia delle strade o l’attenzione alle persone più deboli. Da cosa dipende? Forse l’influenza britannica dei primi produttori di Porto, stabilitisi qui intorno alla fine del 1700? Qualcuno del luogo afferma che invece è più un atteggiamento frutto del ricordo di una dittatura relativamente recente. Io invece credo più ad una rilassatezza nel passare le giornate che è ormai quasi utopia qui a Milano, dove le persone non perdono l’occasione di mostrarsi particolarmente nervose ed estremamente busy.
Tornando a noi, in questa edizione della newsletter proverò a mettere in pratica qualche suggerimento che mi hai dato nel recente survey. Spero sia di tuo gradimento.
Se invece ti dà noia ogni qualvolta la ricevi nella tua inbox, non temere: c’è un comodissimo tasto unsubscribe su questa pagina.
Tra un pastel de nata e un bicchiere di Porto, in meno di 24 ore, sono stato spettatore di ben tre annunci spettacolari: prima quello di GPT-4, poco dopo quello di Alphabet (che annuncia l’integrazione dell'Intelligenza Artificiale su tutta la sua piattaforma Workspace) e successivamente quello di Microsoft 365 Copilot (un Clippy dei tempi moderni, o quasi).
Linkedin era un fiume in piena, con annunci tra l’apocalittico e il profetico, ed un entusiasmo (immotivato secondo Rand Fishkin) che non si vedeva forse dai tempi del primissimo iPhone.
Se le possibilità di creare materiale testuale, foto e video saranno accessibili (quasi) a tutti, quale sarà il metro di paragone per decretare quale contenuto sia più degno di essere consumato rispetto ad un altro?
Tutto ciò, ed altri eventi collegati, mi ha fatto porre un interrogativo: ma il contenuto, così come lo abbiamo conosciuto negli ultimi 20 anni, che fine farà?
Le possibilità sono infinite, ma da una parte sono anche preoccupato per un mondo sempre più a rischio irrilevanza, fake news e junk food intellettuale dove il contenuto (quello di pregevole fattura) potrebbe rischiare di affondare irrimediabilmente.
Una preoccupazione che condivido con Sam Altman. Sì, proprio lui che ha dato i natali ad OpenAI e ChatGPT.
Ma tra le tante cose emerse in questi ultimi giorni, una è forse quella più salta all’occhio: il contenuto non è più il re.
In un futuro in cui i contenuti saranno frutto di una sequenza di numeri binari, le persone che riusciranno a far distinguere la loro voce in mezzo al rumore saranno quelle che controlleranno l’informazione, e coloro che saranno in grado di dare al mondo la loro particolare interpretazione di quell'informazione avranno realmente qualcosa da dire.
Infatti, idee, scoperte, connessioni sinaptiche, difficilmente potranno essere riprodotte da un bot.
Scongiurando scenari apocalittici à la The Last Of Us, non posso fare a meno di pensare all'importanza della prospettiva e del punto di vista. In un futuro in cui il contenuto non sarà più solo una merce, ma letteralmente l'unica cosa che vedremo intorno a noi ogni volta che interagiremo con un'interfaccia, la risorsa più scarsa e preziosa sarà il contesto, ovvero il filtro attraverso il quale vediamo la realtà e che influenza il modo in cui la comprendiamo e le diamo un senso.
Lo stesso Bill Gates, il primo che coniò il claim Content is king, dovrà cambiare idea. Anzi, lo sta già facendo.
D’altronde, la prospettiva è il punto di vista che solo noi possiamo dare ad un contenuto e l'insieme delle esperienze, dei valori, del nostro passato, che formano una lente concreta e unica attraverso la quale interpretiamo il mondo.
E immagino, nemmeno in un futuro lontano, che abilità e coscienze così umane, difficilmente faranno parte del bagaglio tecnico di un algoritmo creato in un qualche open space a San Francisco.
La cultura, la famiglia, il tempo e il luogo in cui si è nati variano da persona a persona ed è proprio questo, il contesto, ciò che ci contraddistingue gli uni dagli altri e che ci differenzia dagli algoritmi. I nostri processi mentali, una macchina non sarà mai in grado di farli, perché essa si basa principalmente sulla previsione e sulla combinazione di dati che le sono stati forniti per trovare l'output più probabile.
Come afferma il filosofo Riccardo Manzotti:
La domanda da cui siamo partiti è se gli esseri umani sono ancora in grado di pensare. La risposta non può che essere positiva, ma solo a condizione che noi recuperiamo questo aspetto ontologico del pensiero. Il pensiero è qualcosa di più della ricombinazione di simboli soltanto quando coincide con la realtà che preme (e che riesce) a modificare la nuvola di probabilità codificata dentro il linguaggio.
Come evitare allora di farsi sopraffare dalle macchine? Ci sono un paio di suggerimenti utili che mi sentirei di dare:
Scrivere
Sì, scrivere, prima per te e poi per gli altri (magari una newsletter 😉).
Scrivere aiuta a ragionare, a collegare i punti e spiegarli. Scrivere non è solo tradurre i nostri pensieri in una rappresentazione grafica. Scrivere è proprio pensare. È nell'atto stesso della scrittura che ci confrontiamo con le nostre idee e ci permettiamo di esplorarle e svilupparle. Puoi delegare una macchina all'atto di trascrivere i tuoi pensieri facendo le giuste domande (o prompt), ma non puoi delegare il processo per arrivare ad essi.
Vivere
Perdona il substrato filosofico, ma così come lo stesso seme diventa qualcosa di diverso a seconda del terreno in cui viene piantato, la stessa informazione passata attraverso il nostro filtro personale darà origine a connessioni mentali diverse da quelle che può generare nella testa di qualcun altro. Perché il nostro passato, le nostre esperienze o i nostri valori non saranno mai uguali a quelli di altre persone.
Ora più che mai, creare qualcosa di sintetico e postarlo sul web non significherà creare valore, ma lo sarà dare al mondo il risultato di ciò che è irriproducibile da una macchina, ossia il processo che si segue per arrivare ad un determinato pensiero.
Il futuro della comunicazione non sarà più una questione di generazione di contenuti, ma di sfruttare il proprio contesto per creare qualcosa di unico.
SPONSOR
La mission di Serenis è semplice quanto importante: rendere accessibile il benessere mentale. E questo significa non solo abbattere i costi della terapia, ma anche normalizzare la psicologia e la psicoterapia, abbattere quelle barriere che separano le persone da un supporto psicologico, come la diffidenza, la poca consapevolezza, l’appartenenza o la distanza tra domanda e offerta. Serenis propone un servizio di altissima qualità e che ha l'obiettivo di demolire lo stigma che circonda da troppo tempo il tema della salute mentale.
Se vuoi iniziare un percorso con Serenis, usando il codice LETMETELLIT42 avrai un colloquio gratuito e tre sedute a 42€ invece che 49€.
💡 Read | Learn
Meglio essere specialisti o generalisti, per costruirsi una carriera?
se lo domanda nella sua (che ti consiglio).Per restare in tema carriere, Tomas Pueyo si domanda quando esattamente, l’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro (piccolo spoiler: molto presto, spoiler num 2: non tutti i lavori).
Nel 1950, in media, le aziende presenti nella lista Fortune 500 delle aziende americane più importanti esistevano da 61 anni. Nel 2019, questa cifra è scesa a 18. Uno studio affascinante racconta come alcune istituzioni sono state in grado di durare così tanto. E sorprendente il fatto che il 90% delle aziende con oltre 200 anni di vita abbia meno di 300 dipendenti.
Tutto quello che c’è da sapere sulla Generazione Alpha (0-9 anni) nel report di Morning Consult. Sempre ricchissima anche la presentazione annuale di Activate su media e nuove tecnologie.
65 documentari che andrebbero visti almeno una volta nella vita.
Bellissime riviste cartacee che non sembrano riviste.
Una guida pantagruelica su come creare una startup, from zero to hero. Scritta da Julian Shapiro, un’istituzione nella Silicon Valley.
Google appare sempre meno interessato ai podcast, mentre la strategia podcast di Spotify sembra tutt'altro che vincente.
⚒️ Tools
Stackby
Combina il meglio di fogli di calcolo, database e API in un'unica piattaforma con la quale creare strumenti aziendali interni potenti e scalabili. Più di 300 template predefiniti e numerose integrazioni con app di terze parti come Zapier o Google Workspace. Una più che ottima alternativa a Monday o Asana. In offerta lifetime a 69€ anziché 432€ (fino al 29 Marzo).
Poe
Il futuro non sarà solo di una IA, ma di un’interpolazione di più intelligenze artificiali. Questo è il progetto di Poe, un aggregatore di IA che comprende ChatGPT, GPT-4, Claude, Claude+, Dragonfly e Sage sotto un unico cappello (e altre se ne aggiungeranno).
Tome
Un pò Keynote, un pò Canva, un pò Figma. Qui dentro c’è di tutto, e tutto quello che serve per creare delle presentazioni mozzafiato.